Stagione teatrale
2023-2024
2023-2024
25 NOVEMBRE 2023
ore 18.30 incontro
VIOLENZA DI GENERE: prospettive e criticità della nuova normativa
tavola rotonda in collaborazione con Cooperativa Arcobaleno, AIAF, Società della Salute e Unicoop Tirreno
ore 21.00 spettacolo
di Matëi Visniec
con Marianella Bargilli e Annalisa Canfora
adattamento e regia Alessio Pizzech produzione Calnur
Due donne. Sullo sfondo la guerra in Bosnia.
Una psicologa americana e una donna bosniaca vittima di uno stupro di guerra.
Matëi Vişniec, uno dei maggiori drammaturghi europei, ci racconta con intelligenza, poesia e acume gli effetti devastanti della guerra, di ogni guerra. Perchè se le armi fanno paura sempre, l’arma più feroce - e spesso più efficace per distruggere gli individui e la collettività - per annientare un popolo, sono proprio le violenze fisiche sulle donne. E la donna diventa un campo di battaglia. Il più atroce.
Uno spettacolo sull’orrore e lo strazio della guerra - di ogni guerra - sulla nevrosi dell’uomo occidentale, sulle donne ancora troppo spesso segnate da un destino tragico di sopraffazione del maschio. La donna come campo di battaglia è uno spettacolo sul nostro tempo. Urgente, attuale, e ora - con l’orrore di ciò a cui, attoniti, assistiamo in Ucraina - necessario.
15 dicembre 2023
ore 18.30 incontro
IO SONO RAFFAELLA
Alessio Pizzech
dialoga con la compagnia e con il pubblico
ore 21.00 spettacolo
Beatrice Baldaccini in RAFFAELLA!
Omaggio alla Carrà
Direzione artistica: Claudia Campolongo
Regia: Gabriele Colferrai
Coreografie: Angelo di Figlia
Corpo di Ballo: Silvia Gattafoni, Ilaria Gattafoni, Valerio Angeli, Nicholas Jay Cugge, Giovanni Di Tizio Band: Michael Cappai, Omar Ceriotti, Domenico Vena, Claudia Campolongo, Gianluca Sambataro
Uno spettacolo musicale che porta sul palco le note dei brani più famosi e significativi della grande Raffaella Carrà, donna e artista indimenticabile. Un tributo a colei che è stata un’icona per molte generazioni e che attraverso le sue canzoni e il suo sguardo sorridente, ci ha insegnato bellezza, eleganza, coraggio e ironia. Lo spettacolo prevede una band di 5 elementi interamente dal vivo e 6 performer, che attraverso recitazione e canto tratteggeranno l’arte, la spettacolarità e il carattere della regina della Tv italiana Tutto questo ruoterà intorno alla “nostra“ Raffaella, interpretata da una delle protagoniste femminili indiscusse del musical italiano: Beatrice Baldaccini
14 gennaio 2024
ore 16 incontro
RESISTENZA E RIBELLIONE
Patrizia Cotta Ramusino/ANPI Cecina sezione Primetta Cipolli
dialoga con la compagnia e con il pubblico
ore 17.30 spettacolo
Antonello Fassari in FARA’ GIORNO
commedia in due atti di Rosa A. Menduni e Roberto De Giorgi
con Antonello Fassari, Alvia Reale, Alberto Onofrietti
scene Paola Comencini
musiche Antonio Di Pofi
regia Piero Maccarinelli
Produzione Teatro Franco Parenti
Il regista Piero Maccarinelli riporta in scena Farà giorno, già grande successo del passato con protagonista il grande Gianrico Tedeschi. Questo nuovo allestimento vede nei panni del partigiano Renato, Antonello Fassari. Il confronto fra tre generazioni, immerso nei valori dell’identità sociale e della storia. Protagonisti, un vecchio partigiano, sua figlia medico ed ex terrorista di sinistra e un giovane fascistello di borgata. Tutti e tre, nell’interagire tra loro, scoprono le proprie debolezze, le paure, il proprio orgoglio, e ciascuno impara e insegna. È davvero una “strana coppia” quella dei personaggi di questa commedia in cui divertimento, dramma e commozione si avvicendano senza timori, come nella vita reale. Manuel, giovane fascistello impunito della periferia romana, investe con l’auto Renato, vecchio partigiano comunista dal cocciuto istinto pedagogico e, per evitare una denuncia per guida senza patente, tratta con lui un periodo di assistenza a domicilio. È così che due mondi tanto distanti anagraficamente e culturalmente, due espressioni così caratterizzanti della storia del nostro paese si incontrano e scontrano tra momenti esilaranti, sorprese e inganni, dando così inizio a uno scambio reciproco molto più profondo di quanto potessero mai sospettare. In un percorso aspro, ora scanzonato, ora ironico, la comune ricerca di umanità e di verità li aiuterà a vincere le reciproche diffidenze rivelando le proprie debolezze e paure: il bilancio di una vita intera per Renato, la mancanza di prospettive per il futuro per Manuel. Ma c’è anche un ritorno inaspettato e un’ulteriore occasione di scontro. Dopo un silenzio durato trent’anni Aurora, la figlia di Renato, torna a casa con il suo pesante passato di militanza nella lotta armata e con l’incancellabile ricordo di un padre che l’aveva denunciata alla polizia. Per Renato si tratta dell’ultimo, e forse più importante, confronto della sua vita. Renato, Aurora e Manuel con le loro storie, le loro sconfitte, le loro illusioni e la loro voglia di riscatto, sembrano diventare figure simboliche di un Paese che cerca di ritrovare il senso di sé. Il testo mantiene l’ambientazione del 2007 e affronta alcune importanti contraddizioni della società italiana. E conserva intatte tutte le caratteristiche della commedia, dotando i tre protagonisti di grande personalità, disincantata ironia e di dialoghi vivaci e brillanti.
spettacolo per la Giornata della Memoria
27 gennaio 2024
ore 18.30 incontro
ARTE CONTRO LA VIOLENZA
Il professor Daniele Salvini dialoga con la compagnia e con il pubblico
ore 21 spettacolo
di Olivier Messiaen e Mario Bermúdez Gil
Musica di Olivier Messiaen
Coreografia di Mario Bermúdez
Danzatori: Matteo Capetola, Francesca Capurso, Carmine Catalano, Alice Catapano, Beatrice Ciattini, Matilde Di Ciolo, Veronica Galdo, Mattia Luparelli, Aldo Nolli, Niccolò Poggini
Produzione Nuovo Balletto di Toscana
Mario Bermúdez Gil traduce in danza le tinte apocalittiche del "Quatuor pour la fin du temps", composto da Olivier Messiaen nel 1941, mentre era prigioniero a Görlitz nel campo tedesco nella Polonia occupata dai nazisti. “La circostanza della genesi di quest’opera desta una fortissima commozione. Ho cercato di mantenere una stretta connessione con la struttura originale della composizione e con le fonti bibliche che hanno ispirato Messiaen. Il mio intento è quello di tracciare il più possibile il parallelo tra l’ispirazione della partitura musicale e la mia coreografia, che si nutre di un lavoro di ricerca con i danzatori del Nuovo Balletto di Toscana, di quella fisicità e quel dinamismo che rende riconoscibile il mio linguaggio. Spero che il potere dell’immaginazione e della creatività, insieme all’instancabile ricerca, possa fortificare e animare l’unicità e la potenza di questo capolavoro” MARIO BERMÚDEZ GIL
a modern musical comedy
4 febbraio 2024
ore 16 incontro
FAMIGLIA E CONFLITTI
Guido Tallone/Cooperativa Arcobaleno
dialoga con la compagnia e con il pubblico
ore 17.30 spettacolo
Libretto, testi, musiche, regia Gipo Gurrado
Coreografie e movimenti scenici Maja Delak
Con Andrea Lietti, Giovanni Longhin, Ilaria Longo, Nicola Lorusso, Roberto Marinelli, Marco Rizzo, Elena Scalet, Paola Tintinelli
Scene e costumi Marina Conti
Suono Stefano Giungato-Indie Hub
Responsabile tecnica Ornella Banfi
Produzione Elsinor Centro di Produzione Teatrale
Family è il nuovo modern musical d’autore ideato, scritto e diretto da Gipo Gurrado che aggiunge un tassello al suo personale attraversamento in parole e musica delle nevrosi e disfunzionalità del mondo di oggi. Dopo Supermarket, bestiario contemporaneo, cantato e ballato da nove giovani interpreti, questa volta al centro del racconto c’è una famiglia, una “family” come tante altre. Il plot scarno ed essenziale vira su un gruppo di persone che vive cambia e invecchia sul filo di un legame unico e inesorabile. Family racconta problemi, fraintendimenti e aspettative di una famiglia che assomiglia a quella di tutti noi e, attraverso testi caustici e insoliti, ne disegna un ritratto inaspettato. I suoi membri crescono, invecchiano, cambiano e regolarmente si ritrovano a tavola per cenare assieme e festeggiare compleanni, o sul divano per confrontarsi e affrontare emergenze. Ma questa volta l’angolazione da cui si osserva è inedita, accogliente, morbida. Un punto di vista che dovrebbe essere usato da tutti se si volesse avere, almeno per una volta, uno sguardo libero sulla propria famiglia e osservarla da una prospettiva candida e disincantata. Il risultato potrebbe essere poeticamente esilarante. Perché ogni famiglia ha i suoi problemi alimentati da preoccupazioni e fraintendimenti che si tra-scinano da anni. Ma cambiare occhi potrebbe essere il tentativo struggente per arrivare a vedere una famiglia sere-na. Una famiglia finalmente feli…No. errore. Non esistono famiglie felici.
22 febbraio 2024
ore 18.30 incontro
SENTIRE RELIGIOSO
Il professor Vittorio Giardi dialoga con la compagnia e con il pubblico
ore 21 spettacolo
Di Thomas Stearns Eliot
Con Moni Ovadia e Marianella Bargilli
e con Agostino Zumbo, Alice Ferlito, Viola Lucio, Rosario Minardi, Pietro Barbaro, Giampaolo Romania, Giovanni Arezzo, Plinio Milazzo, Giuseppe Parisi
scene Salvo Manciagli
costumi Sartoria Pipi
musiche Massimiliano Pace
regia di Guglielmo Ferro
produzione Centro teatrale bresciano, Progetto Teatrando Catania
In "Assassinio nella cattedrale" si racconta l'uccisione di Thomas Beckett, arcivescovo di Canterbury, per mano di quattro cavalieri inviati dal re Enrico II. Il teatro del delitto è la cattedrale, ma il vero dramma che l'autore, Thomas Stearns Eliot, racconta è quello che si svolge nella coscienza di Beckett, impegnato a difendere i propri convincimenti di fronte a un mondo che gli impone la rinuncia di tutto ciò in cui crede. Il dramma è del 1935, ma venne costruito come una tragedia classica, una contrapposizione esemplare tra potere temporale e potere spirituale, con l’accettazione del martirio da parte dell’Arcivescovo a rappresentare una delle pagine più alte della letteratura tragica di tutti i tempi. A Moni Ovadia, grandissimo interprete della tradizione ebraica e massimo rappresentante della cultura yiddish in Italia, attore, scrittore, regista, musicista, è affidato il canto desolato dell’eroe inglese “invaso” dalla fede cristiana, il lamento assoluto di un uomo indeciso tra abnegazione e incarnazione del Cristo, tra smania di potere e fede assoluta in Dio
9 marzo 2024
ore 18.30 incontro
FEMMINILI POSSIBILI
Alessio Pizzech e le operatrici del Centro Antiviolenza dialogano con la compagnia e con il pubblico, in collaborazione con ACAT e ARCI
ore 21 spettacolo
regia Alessio Pizzech
con Maddalena Crippa, Maximilian Nisi
e con Mario Incudine e Adriano Giraldi
scene e costumi Andrea Stanisci
musiche originali di Mario Incudine eseguite dal vivo
produzione Arca Azzurra La Contrada Teatro Stabile Di Trieste
Un sogno a Istanbul racconta di Max e Maša, e del loro amore. Maximilian von Altenberg, ingegnere austriaco, viene mandato a Sarajevo per un sopralluogo nell’inverno del ’97. Un amico gli presenta la misteriosa Maša Dizdarević, «occhio tartaro e femori lunghi», austera e selvaggia, splendida e inaccessibile, vedova e divorziata, due figlie che vivono lontane da lei. Scatta qualcosa. Un’attrazione potente che però non ha il tempo di concretizzarsi. Max torna in patria e, per quanto faccia, prima di ritrovarla passano tre anni. Sono i tre anni fatidici di cui parlava La gialla cotogna di Istanbul, la canzone d’amore che Maša gli ha cantato. Maša ora è malata, ma l’amore finalmente si accende. Da lì in poi si leva un vento che muove le anime e i sensi, che strappa lacrime e sogni. Da lì in poi comincia un’avventura che porta Max nei luoghi magici di Maša, in un viaggio che è rito, scoperta e resurrezione. Dal best seller di Paolo Rumiz La cotogna di Istanbul, Alberto Bassetti trae un testo teatrale di grande forza e suggestione, «avvolgente come una storia narrata intorno al fuoco».
ULTIMO CAPITOLO
16 marzo 2024
ore 18.30 incontro
ZONA GRIGIA
Libera dialoga con la compagnia e con il pubblico
ore 21 spettacolo
da un’idea di Giulia Minoli
drammaturgia Emanuela Giordano e Giulia Minoli
regia Emanuela Giordano
musiche originali Tommaso Di Giulio
con Daria D’Aloia, Anna Manella, Francesca Osso, Simone Tudda
produzione Centro Teatrale Bresciano, Piccolo Teatro di Milano – Teatro d’Europa, Teatro Stabile di Bolzano, Fondazione TRG
Se dicessimo la verità. Ultimo capitolo è parte integrante de Il Palcoscenico della legalità, un progetto di CCO - Crisi Come Opportunità promosso da CROSS - Osservatorio sulla Criminalità Organizzata, LARCOLaboratorio Analisi e ricerca sulla criminalità organizzata - Università degli studi di Torino, Fondazione Pol.i.s, Fondazione Falcone, Centro Studi Paolo Borsellino, Avviso Pubblico. Enti locali e Regioni per la formazione civile contro le mafie, Fondazione Silvia Ruotolo, AddioPizzo, DaSud, Italiachecambia.org, Fondazione Giancarlo Siani Onlus in collaborazione con Università di Pisa - Master in Analisi, prevenzione e contrasto della criminalità organizzata e della corruzione, Università di Bologna – Master Gestione e Riutilizzo di Beni e Aziende confiscati alle mafie Da dieci anni l’opera-dibattito sulla legalità di Minoli e Giordano attraversa l’Italia raccontando storie di resistenza e lotta alla criminalità organizzata. Un testo vivo, che si rinnova e si nutre delle tante vicende e persone che a ogni passaggio ne arricchiscono i contenuti e la drammaturgia. Le autrici si concentrano sul nostro presente, minacciato da una “distrazione di massa” che lascia ancora maggior spazio al potere criminale, alla “prassi” corruttiva come modus vivendi. Raccontano gli aspetti meno conosciuti del fenomeno mafioso, quelli che riguardano la globalizzazione, l’alta finanza, i cosiddetti uomini cerniera, professionisti accreditati che fanno da tramite tra il crimine e le amministrazioni pubbliche, gli imprenditori in difficoltà e i sempre più spregiudicati sistemi di investimento. Al centro la ‘ndrangheta che si è insediata al Nord Italia, minacciando l’assetto urbanistico del territorio, le sue regole sociali, la sua storia “sana”. Uno spettacolo potente, dove le storie sono quelle dei figli delle vittime, del giornalismo impegnato, di imprenditori testimoni di giustizia, di professori e associazioni che osservano e studiano il fenomeno, archetipi umani che sintetizzano la complessità di un problema che non può più essere affrontato tracciando con sicurezza una linea di demarcazione tra chi è “contaminato” e chi non lo è. La criminalità organizzata, grazie alla crisi provocata dalla pandemia, ha moltiplicato affari, investimenti, relazioni finanziarie. Questo è accaduto e accade in tutto il mondo, anche se il mondo finge di non saperlo. È una rimozione collettiva che riguarda le Istituzioni e i cittadini.
24 marzo 2024
ore 16.00 incontro
DONNE
Federica Lessi giornalista, dialoga con la compagnia e con il pubblico
ore 17.30 spettacolo
di Lella Costa e Gabriele Vacis
regia Gabriele Vacis
produzione Mismaonda
Succede con i grandi autori, forse soprattutto con Shakespeare: i loro testi, le loro storie, i loro personaggi sono, letteralmente, immortali. Continuano a parlarci, a stupirci, a incantarci; a volte ci aiutano perfino a capire chi siamo, cosa ci sta succedendo adesso.
E quando incontri una di queste storie perfette in genere te ne innamori, e soprattutto ti rendi conto che non avrebbe alcun senso provare a inventarne un’altra per dire le stesse cose, ma che è lecito, forse perfino doveroso, continuare a raccontare quella. Precisamente quella.
17 aprile 2024
ore 18.30 incontro
DONNE E GUERRA
Le operatrici del Centro Antiviolenza, Celeste Grossi e Gilda Esposito/MOCA future designer
dialogano con la compagnia e con il pubblico, in collaborazione con ARCI Nazionale
ore 21 spettacolo
di Euripide
traduzione di Maddalena Giovannelli e Nicola Fogazzi
drammaturgia a cura di Gabriele Scotti
regia di Serena Sinigaglia
con Francesca Ciocchetti, Matilde Facheris, Maria Pilar Pérez Aspa, Arianna Scommegna, Giorgia Senesi, Sandra Zoccolan, Debora Zuin
cori a cura di Francesca Della Monica
scene di Maria Spazzi
costumi e attrezzeria di Katarina Vukcevic
produzione ATIR - Nidodiragno/CMC - Fondazione Teatro Due, Parma
Nella tragedia Le Supplici, scritta da Euripide e rappresentata per la prima volta tra il 423 e il 421 a.C., un gruppo di donne di Argo, madri dei guerrieri argivi morti nel fallito assalto a Tebe (quello raccontato da Eschilo nei Sette contro Tebe), si riunisce presso l'altare di Demetra ad Eleusi per supplicare gli ateniesi di aiutarle a dare degna sepoltura ai figli, poiché i tebani negano la restituzione dei cadaveri. Il re ateniese Teseo, grazie all’intercessione della madre Etra, decide di aiutarle. Quando un araldo tebano giunge per intimare a Teseo di non intromettersi negli affari di Tebe, invano Teseo tenta di indurre l’araldo all’osservanza della propria legge che impone di onorare i morti, ingaggiando con lui un dialogo nel quale il re difende i valori di democrazia, libertà, uguaglianza di Atene, contrapposti alla tirannide di Tebe. L’accordo non viene trovato e la guerra tra le due città è inevitabile, e viene vinta da Atene, con la conseguente restituzione dei cadaveri. Il re di Argo Adrasto, che accompagna le madri, si incarica di celebrare i caduti con un discorso. Il corteo con i corpi dei capi argivi caduti entra così in scena; Adrasto recita l’elogio di ciascuno di essi, quindi si procede al rito funebre. Per volontà di Teseo il rogo di Capaneo è allestito separatamente dagli altri, al fine di onorare diversamente l’eroe colpito dal fulgore di Zeus; Evadne, moglie di Capaneo, non regge alla commozione e, per riunirsi al marito, si getta sul rogo in fiamme. Mentre i figli dei caduti sfilano con le ceneri dei propri cari, finalmente sepolti, ex machina compare Atena, che fa impegnare con un giuramento solenne Teseo e Adrasto a un’eterna alleanza fra Atene e Argo. In questo adattamento, tradotto ad hoc da Maddalena Giovannelli, è prevista una riduzione a 7 attrici che interpreteranno le madri, il coro e i vari personaggi
9 maggio 2024
ore 18.30 incontro
TEATRO E NUOVE GENERAZIONI
Ilaria Fontanelli/Geometria delle Nuvole
dialoga con la compagnia e con il pubblico
ore 21 spettacolo
concept e regia Sotterraneo
in scena Sara Bonaventura, Claudio Cirri, Lorenza Guerrini, Daniele Pennati, Giulio Santolini
scrittura Daniele Villa
produzione Sotterraneo/ Associazione Teatrale Pistoiese Centro di Produzione Teatrale/ Marche Teatro/ CSS Teatro stabile di innovazione del FVG, Teatro Nacional D. Maria II
Non è che il passato getti la sua luce sul presente o il presente la sua luce sul passato, ma l'immagine è ciò in cui quel che è stato si unisce fulmineamente con l'adesso in una costellazione (Walter Benjamin) L’Angelo della Storia raccoglie aneddoti storici di secoli e geografie differenti, gesti capaci di raccontare le contraddizioni di intere epoche, azioni illogiche, assurde, che suscitano stupore o commozione, spaesamento o compassione, momenti che in una parola potremmo definire paradossali. Messe in risonanza, queste micronarrazioni rivelano una mappa del paradosso che forse può parlarci del presente, portando la nostra attenzione su quei collegamenti che il filosofo Walter Benjamin chiamava costellazioni svelate. L'Angelo di questo progetto guarda alla microstoria, al dettaglio, ai momenti in cui il tempo si condensa, alle vicende di persone illustri e sconosciute: sulla scorta degli scritti dello storico Yuval Noah Harari proviamo a ricombinare il passato per ridiscutere l’immaginario presente, per osservare Sapiens attraverso una presa di distanza nel tempo, cercando quella stessa vertigine che coglie un astronauta quando prende distanza dalla Terra viaggiando nello spazio.