Cantieri Teatrali
I cantieri teatrali sono gestiti da Geometria delle Nuvole. I gruppi sono divisi per fasce di età
Il percorso ha l’obiettivo di approfondire la conoscenza di diverse discipline legate all’espressione creativa del movimento, all’uso della voce, delle emozioni, delle azioni e degli oggetti di scena. Tale percorso rappresenta anche uno spazio dove sperimentare l’emozione dello spettacolo, attraverso la costituzione di una compagnia di piccoli attori, che avrà il compito di trasmettere scoperte e saperi attraverso la messa in scena di brevi opere teatrali collettive e originali.
Gli allievi del Cantiere Pan partecipano nel corso dell’anno ad attività ed eventi performativi promossi dal Centro di Formazione Teatrale e sulle Arti della Scena, assistono agli spettacoli in cartellone ad un prezzo ridotto e fanno parte dell’osservatorio dei giovani spettatori del Teatro de Filippo di Cecina.
Si tratta di un percorso di creazione teatrale, promotore di linguaggi nei quali sia presente l’espressione emotiva, fisica e vocale. L’atto creativo è legato al lavoro sulla differenza tra l’espressione (di sé e del proprio mondo interiore) e l’improvvisazione, che richiede consapevolezza, tecnica e creatività.
Un’altra parte del lavoro è dedicata alla creazione collettiva di opere di teatro per le nuove generazioni e all’analisi e composizione dei movimenti del corpo, della voce e delle intenzioni. Gli allievi del Cantiere Oz partecipano nel corso dell’anno ad attività ed eventi performativi promossi dal Centro di Formazione Teatrale e sulle Arti della Scena, assistono agli spettacoli di cartellone ad un prezzo ridotto e fanno parte dell’osservatorio dei giovani spettatori del Teatro de Filippo di Cecina.
Il Cantiere MAGMA è il luogo di continua scoperta e riscoperta di sé e degli altri attraverso la potenza dell’azione creativa.
Qui si esplorano nuovi linguaggi espressivi legati al teatro contemporaneo e di ricerca, si dà nuova linfa ai testi classici e alla poesia, non intesa come recitazione di grandi classici, ma come materia viva ed incandescente, come possibilità di coniugare una grammatica in cui dar voce ai corpi, alle menti e agli affetti.
Qui si gioca a dare nuova vita alle strutture divertendosi nel praticare, come dice Marco Martinelli, “l’amorevole massacro della tradizione, per imparare a guardare bene sotto le parole, alla ricerca di ciò che le parole da sole non dicono.
Bisogna penetrare quel sotto, quella luce giù in basso, quel piccolo segreto, altrimenti le parole restano buie. Nel Cantiere si mette in relazione quel segreto col linguaggio di gesti, del corpo, dei sogni, con l’immaginario personale e corale, con la musica per creare una partitura sulla quale sarà possibile innestare in un secondo momento, le parole, e non tutte, solo quelle che servono.
Una volta creato un campo di verità sul quale trapiantarle, tutte le parole diventeranno splendenti”.